giovedì 18 marzo 2010

La terra

Il terreno di natura argillosa, particolarmente adatto alla realizzazione di peschiere per la sua impermeabilità, si è sempre rivelato particolarmente ostile ad essere lavorata in modo intensivo per scopi agricoli, ma fortunatamente è stato da sempre un ottima materiale per la fabbricazione di mattoni, al punto che tale attività ha oggi assunto risvolti industriali.

Troviamo cenni storici sulla presenza di fornaci “domestiche” anche in un atto di vendita del 1342 fra i consignori di Pralormo, in cui fra i vari beni e possedimenti viene citata una fornace, con la relativa argilla e gli edifici necessari per la cottura dei mattoni. Questa fornace deve essere stata molto importante e soprattutto devono esservi stati cotti mattoni per così tanto tempo da lasciare traccia nella toponomastica; infatti in località Carpeneto (probabile luogo di ubicazione della fornace) ancor oggi si trova una zona denominata “furnasa”.

Lo stesso castello aveva all’interno una fornace di cui rimane traccia in una controversia tra i consignori. Oggetto della lite l’eccessiva vicinanza della medesima ad un pagliaio, con il conseguente pericolo di incendi. Sovente piccole fornaci “domestiche” venivano costruite direttamente sui siti dove si volevano erigere case o altri edifici.

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